Il principio che sta alla base della via della Bhakti, al di là di qualsiasi divisione settaria, è che la nostra felicità consiste nell’opportunità di servire Dio e gli altri e nella gratitudine di essere nella posizione del servitore.
Che si compiano grandiose o piccole azioni, Dio vede la sincerità delle nostre intenzioni.
Nel corso dei suoi viaggi giovanili Radhanath Swami ha riconosciuto nel sentiero della Bhakti il suo sentiero.
Ciò è avvenuto durante il viaggio raccontato in Ritorno a Casa in cui incontra persone sante di molte tradizioni religiose.
Grazie ai preziosi insegnamenti e al luminoso esempio delle varie guide e del suo guru, ha avuto accesso a importanti rivelazioni mistiche che gli hanno trasmesso la fede nel cuore.
Il termine Bhakti viene utilizzato in diverse accezioni:
1. In senso più tecnico, il termine Bhakti si riferisce all’interpretazione devozionale del Vedanta. Il Vedanta è la più popolare tra le sei scuole filosofiche classiche dell’India all’interno dell’Induismo.
2. Bhakti si può anche riferire ad una specifica pratica di yoga (Bhakti-yoga), una disciplina spirituale che ha l’obiettivo di condurre il praticante nello stato del puro amore per Dio.
3. Bhakti si usa anche per indicare lo stato perfetto di coscienza che consiste nell’esclusivo e perpetuo amore per Dio, condizione naturale per l’anima, da cui deriva un’eterna felicità.
4. Nel suo senso più semplice, Bhakti si riferisce alla comune devozione che risiede nel cuore di un devoto, a qualsiasi sentiero religioso appartenga.
Per comprendere il cuore della Bhakti non basta leggere le scritture sacre o i libri scritti dai grandi santi.
Avvicinarsi a Dio non è un’operazione intellettuale. La chiave per aprire lo scrigno prezioso della Bhakti è vivere, o cercare di vivere, seguendo con sincerità l’esempio dei grandi santi:
la loro umiltà, il loro desiderio di servire Dio e gli altri senza aspettarsi niente in cambio, la loro mancanza di invidia, la loro capacità di vedere Dio nel cuore di tutti e perciò di rispettare tutti… proprio quelle qualità che hanno attratto Dio stesso a rivelare loro il sommo tesoro della Bhakti e attraverso le loro vite trasmetterlo a noi.
L’amore per Dio è lo stato naturale dell’anima e si trova dormiente nel cuore di ognuno.
Recitare i nomi di Dio risveglia quell’amore nel cuore, ma per poterlo fare ci si dovrebbe sforzare di essere più umili di un filo d’erba, più tolleranti di un albero, e offrire ogni rispetto agli altri senza aspettarsi nessun rispetto in cambio.
Solo in questo modo si può ottenere il massimo beneficio dalla recitazione dei nomi divini.